Il sito utilizza cookie tecnici e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Per saperne di più o negare il consenso clicca su 'Maggiori informazioni'. Proseguendo la navigazione del sito o cliccando su 'Accetto' acconsenti all'uso dei cookie.

Progetto SPRAR

Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è stato istituito ai sensi dell’art. 32 l. n. 189/2002 con l’obiettivo di razionalizzare i programmi di accoglienza in precedenza gestiti a livello locale. Nel 2001, infatti, era stato stipulato dal Ministero dell’Interno, dall’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (UNHCR) un protocollo d’intesa per la realizzazione di un "Programma nazionale asilo”, ossia il primo sistema pubblico per l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, diffuso su tutto il territorio italiano, con il coinvolgimento delle istituzioni centrali e locali, secondo una condivisione di responsabilità tra Ministero dell'Interno ed enti locali. Lo SPRAR costituisce una rete di centri di “seconda accoglienza” destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale e si pone principalmente 2 obiettivi:

  • offrire misure di assistenza e di protezione al singolo beneficiario;
  • favorirne il percorso di integrazione attraverso l’acquisizione di una ritrovata autonomia.
L’intera rete dello SPRAR è coordinata e monitorata da un Servizio Centrale, gestito dall’ANCI, in seguito ad una convenzione stipulata con il Ministero dell’Interno. Il Sistema è attualmente finanziato attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo (FNPSA) anche se nel corso del tempo ha potuto contare su diverse fonti di finanziamento straordinarie. Nel 2011, ad esempio, secondo i dati del Servizio Centrale, ai 3000 posti finanziati attraverso il FNPSA, si sono aggiunti altri 979 posti, finanziati dalla Protezione Civile (816 posti) e dalle risorse provenienti dall’8 per mille (163 posti). (Fonte: www.osservatoriomigranti.org/?sprar). Lo SPRAR è costituito dalla rete degli enti locali che accedono ai finanziamenti del FNPSA. Ogni 3 anni, il ministero dell’Interno, tramite il servizio centrale, emana un bando per l’assegnazione dei posti finanziati. I singoli enti locali interessati, congiuntamente ad organizzazioni del terzo settore presenti sul territorio, precedentemente selezionate a livello locale, partecipano a tale bando presentendo il proprio progetto, il quale può essere ritenuto idoneo ( e quindi finanziato) o non idoneo. Per maggiori informazioni sullo SPRAR potete visitare il sito: http://www.serviziocentrale.it Il Comune di Settimo Torinese ha aderito al progetto stipulando una convezione con la Croce Rossa Italiana, Comitato provinciale di Torino e l’Associazione Casa dei Popoli Onlus. La convenzione ha per oggetto la realizzazione e la gestione operativa di tutti gli interventi e le attività relative al progetto, per il periodo compreso tra il 1° febbraio 2014 e il 31 dicembre 2016, da svolgersi secondo le modalità e i contenuti della coprogettazione elaborata da Comune, Enti Gestori e partner, in occasione della presentazione della domanda di contributo per la ripartizione del Fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo per il triennio 2014-2016. In particolare, la Casa dei Popoli onlus, con la stipula dell’atto, si obbliga ad adempiere alle seguenti azioni:
  • Formazione per i beneficiari attraverso un percorso sulla cittadinanza e la legalità 
  • Supporto nella gestione amministrativa e della banca dati 
  • Monitoraggio del progetto
Si impegna, inoltre, a mettere a disposizione le proprie attrezzature e risorse per l’attuazione del progetto e assume la qualifica di responsabile.L’accoglienza di richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione sussidiaria e umanitaria presso il Centro Fenoglio ha, invece, come obiettivi principali:
  • garantire misure di assistenza e di protezione della singola persona;
  • favorirne il percorso verso la conquista (e la riconquista) della propria autonomia e dell’integrazione sul territorio piemontese.
Il progetto svilupperà, nel corso del tempo previsto, una strategia di accoglienza retta su tre principi:
  • consapevolezza di trovarsi di fronte ad una "complessità" risolvibile, ma per sua natura appunto complessa. 
  • importanza della formazione: tutti gli operatori CRI vengono periodicamente informati, formati ed addestrati in merito ai su descritti modi di operare in un contesto così liquido cioè giornalmente sottoposto a cambiamenti. 
  • la restituzione dell’autonomia e la creazione del progetto “con “, e non solo “per “ il beneficiario stesso.
In questa ottica risulta immediato collocare al centro dell’accoglienza presso il centro Fenoglio le stesse persone accolte, le quali non sono dei meri beneficiari passivi di interventi predisposti in loro favore ma protagonisti attivi del proprio percorso di accoglienza. Non si tratta dunque di assistenzialismo, bensì di assistenza finalizzata allo sviluppo delle competenze personali. Tutti i servizi minimi saranno garantiti e gestiti da un’équipe altamente formata, che favorirà l’accompagnamento in un primo momento, e l’affiancamento in una seconda fase, al fine di rendere il beneficiario autonomo nel contesto della vita quotidiana. L’obiettivo sarà dunque quello di fornire conoscenze, competenze ed abilità che permettano allo stesso di avere i medesimi strumenti sul territorio disponibili per un cittadino italiano. Ciò comporta che gli interventi materiali di base, quali la predisposizione di vitto e alloggio, l’erogazione di beni di prima necessità, l’assistenza sanitaria e legale, siano contestuali a servizi volti a favorire l’acquisizione di strumenti per l’autonomia, (in primis la garanzia dell’insegnamento costante e continuativo della lingua italiana fin dai primi giorni di permanenza nel progetto), la scoperta dei servizi sul territorio, la preparazione al lavoro, coinvolgendo attivamente il beneficiario dall’inizio alla fine della realtà progettuale personalizzata. Durante le diverse fasi del progetto, in una serie di azioni per le quali l’accoglienza e l’integrazione viaggeranno all’unisono, sarà prestata particolare attenzione alla complessità della persona accolta (in termini di diritti e di doveri, di aspettative, di caratteristiche personali, di storia, di contesto culturale e politico di provenienza, ecc.) e dei suoi bisogni, favorendo quell’approccio olistico volto a favorire la presa in carico della persona nella sua interezza e nelle sue tante sfaccettature.